di Umberto Buttafava
Nell’avvicinarsi ai Beatles, si diventa spettatori di un’avventura unica che vede sbocciare, insieme ai favolosi anni Sessanta, anche il mito del gruppo musicale simbolo di un’epoca.
I Beatles sono stati, e sempre saranno, baluardi e emblemi del mondo dell’entertainment e non solo, accompagnando passo passo i clamorosi mutamenti sociali avvenuti nel secondo dopoguerra.
La nuova generazione assume una sua identità collettiva mai conosciuta sino a quel momento : studia, si riunisce, discute, legge, si impegna socialmente e politicamente, ascolta le novità musicali che arrivano soprattutto dal mondo anglosassone.
La contraddizione tra slancio economico e paura per la corsa agli armamenti nucleari è il terreno culturale sul quale si affacciano i giovani che rifiutano tutto il recente passato e sognano un mondo privo di guerre e di disuguaglianze. La nuova generazione occidentale è attraversata da una comunanza ideologico culturale in cui la musica, collante e fenomeno di massa, gioca un ruolo fondamentale
Negli Stati Uniti nasce il rock ‘n’ roll. A metà degli anni 50 “Rock Around the Clock” di Bill Haley, anche grazie al film Blackboard Jungle, di Richard Brooks, conquista il mondo giovanile, lasciando però subito campo alla vera rivoluzione guidata da Elvis Presley.
Per la prima volta il mondo dei teen-ager irrompe nell’economia della ripresa che investe il dopoguerra per divenire esso stesso elemento fondamentale del rilancio dei consumi: nascono le prime trasmissioni radiofoniche e i primi settimanali interamente dedicati a loro.
Alla musica eseguita con accompagnamento d’orchestra lentamente si sostituisce quella del “gruppo”. Scoppia il fenomeno dei complessi, soprattutto in Inghilterra, dove trova radici nella musica skiffle. Nata nel Regno Unito, la musica beat, con decine e decine di gruppi, molti dei quali provenienti dalla zona di Liverpool e dallo Cheshire, non impiegherà molto tempo a dilagare anche negli States e nel resto del mondo.
Nel rock ‘n’ roll prima e nel beat subito dopo, ritmi sfrenati e testi onomatopeici talvolta privi di senso (tuttifrutti, bebopalula, yeahyeahyeah) costituiscono una violenta frammentazione del suono e del linguaggio, analoga a quella che accade nelle arti figurative e nella letteratura con il cubismo e il futurismo.
In un mondo che sta cambiando, che arriverà in quegli anni a mandare il primo uomo sulla Luna, arrivano i Beatles che di questo cambiamento diventeranno il simbolo
La freschezza dirompente, la dinamica semplicità di “She Loves You” esplode nel mondo come un inno, come propulsione vitale cantata sopra un ritmo altrettanto diretto, autentico e ossessivo (in altre parole primitivo) e con una melodia di estrema orecchiabilità, comprensibile in ogni parte del mondo.
Accompagnando i Beatles nel loro percorso non solo musicale è possibile vedere il mondo e la società che cambiano con loro e, forse, anche grazie a loro: trasformazioni che conservano intatti la forza, l’insegnamento e la resistenza dei costumi culturali, artistici e non solo. I Beatles, oggi come ieri, con la loro carriera e la miriade di riflessi indiretti che si sprigionano da quelle canzoni, sono vivissimi e più attuali che mai.
Ce lo ricordano ogni giorno le radio, le televisioni, i giornali e le riviste d’ogni latitudine e indirizzo, che si nutrono tuttora del Mito dei Fab Four.