Il fenomeno noto come Beatlemania rimane uno dei momenti cruciali nella storia della musica e della cultura popolare. Segna l’apice della popolarità dei quattro ragazzi di Liverpool durante i primi anni ’60, caratterizzandosi per un’ondata di fervore fanatica che investe il mondo intero e si configura come il primo vero esempio di globalizzazione.
Il termine Beatlemania viene coniato nell’ottobre 1963, dopo la performance dei Beatles alla Sunday Night at The London Palladium (13 ottobre), un set di dodici minuti seguito da un pubblico tv di oltre quindici milioni di spettatori. Ad attenderli fuori dal luogo dell’esibizione, una folla straordinaria, cui si aggiungono decine di cronisti e fotografi. Il giorno seguente tutti i maggiori quotidiani titolano sui trionfi del gruppo. È il Daily Mirror a parlare per la prima volta di beatlemania.
Il fenomeno raggiunge la sua espressione più vivace e straordinaria durante il primo tour negli Stati Uniti nel febbraio del 1964. L’ apparizione all’ Ed Sullivan Show il 9 febbraio dello stesso anno, vista da un incredibile numero di 73 milioni di persone, catapulta la band a inimmaginabili vette di fama.
Il termine Beatlemania viene adottato dalla stampa di tutto il mondo per descrivere l’entusiasmo estremo manifestato dai fan del quartetto di Liverpool.
La musica dei Beatles si diffonde a livello globale, penetrando in ogni angolo della vita quotidiana, dalle radio alle televisioni, dai giornali alle riviste.
La moda e i costumi sociali cambiano in risposta al loro stile: le loro pettinature “a scodella” diventano un simbolo generazionale, i loro abiti eleganti e coordinati ridefiniscono le tendenze della moda maschile.
La Beatlemania è più che un semplice entusiasmo giovanile per una band musicale:
non è solo l’industria della musica e dell’entertainment a essere rivoluzionata, ma la società nel suo complesso: i Fab4 ridefiniscono i costumi, i valori e le aspirazioni di una generazione intera. E’ l’immagine stessa della band rock and roll a essere trasformata, non più solo “canzonette” ma qualcosa di ben più significativo, complesso e influente.